La lavorazione della Canapa
Fittamente seminata, una volta che è sfibrata,
la canapa fornisce la fibra tessile. Con una altezza che può arrivare perfino
ai sette metri, da quando viene ad essere seminata, è pronta per il raccolto
solamente in tre mesi. Può, inoltre, essere ripetutamente coltivata sul medesimo
terreno, visto che non lo va ad impoverire. Infatti, questa meravigliosa pianta
ha delle radici che possono penetrare nel terreno anche oltre tre metri. Il che
consente un maggior deflusso e una preservazione più accurata del terreno
stesso.
Fondamentalmente coltivabile in una gamma
molto vasta di terreni, la canapa, però, preferisce quelli destinati al mais,
così come predilige climi moderatamente freddi e, soprattutto, aree tropicali
calde. Il terreno migliore è quello che risulta essere povero di acido, ricco
di azoto e ben drenato.
A titolo informativo, si può evidenziare che
per ettaro, un terreno coltivato a canapa è in grado di produrre il 600% in più
rispetto, ad esempio, al lino.
I vantaggi della canapa
Impiegata in una infinità di modalità fin
dalla comparsa delle prime civiltà in Cina, Medio Oriente e Asia, la canapa
tessile propone una interessante e ampia gamma di vantaggi. Oltre che per
produrre sacchi, tele e corde, la canapa, trova un suo largo utilizzo nel campo
dell’abbigliamento. Eccellente tessuto ecosostenibile, la canapa protegge tanto
dal freddo quanto dal caldo.
Un aspetto, quindi, che, oltre a rispecchiare una sempre più forte esigenza salvaguardia dell’ambiente, propone praticità e versatilità che vengono ad essere richieste da un moderno mercato. Indubbiamente, uno dei suoi principali punti di forza, è propriamente dato dal suo fantastico effetto termostatico. D’altra parte, il tessuto di canapa è noto anche per il suo potere di assorbimento e la facilità con la quale riesce a disperdere l’umidità del corpo.
Morbida e resistente, crea un ottimale
microclima corporeo, ovvero caldo in inverno e fresco in estate. Oltre a ciò,
ha anche il vantaggio di potersi indossare più volte senza che i capi
richiedano ogni volta una stiratura.
Come avviene la lavorazione della canapa
Seppure
in forma sintetica, vediamo come avviene la lavorazione della canapa. Come è
facilmente intuibile, la lavorazione della canapa destinata alla produzione di
tessuti è la fase finale di numerosi step. Infatti, si parte dapprima dalla
semina, per poi passare alla raccolta.
Se un
tempo la raccolta era una operazione alquanto faticosa, oggi come oggi, grazie
allo sviluppo tecnologico anche nel campo dell’agricoltura, avviene in maniera
totalmente meccanizzata, oltre che in maniera differenziata sulla base della
destinazione relativa al materiale grezzo ricavato. Infatti, nella raccolta si
identificano due tipologie diverse di fibre, ovvero quella corta e quella
lunga. Quest’ultima è quella più pregiata.
Nella sola Emilia
Romagna, su un totale di ottantamila ettari destinati alla coltivazione di
canapa, qui v’erano oltre quarantacinquemila.
Seppure
in forma sintetica, vediamo come avviene la lavorazione della canapa. Come è
facilmente intuibile, la lavorazione della canapa destinata alla produzione di
tessuti è la fase finale di numerosi step. Infatti, si parte dapprima dalla
semina, per poi passare alla raccolta.
Se un
tempo la raccolta era una operazione alquanto faticosa, oggi come oggi, grazie
allo sviluppo tecnologico anche nel campo dell’agricoltura, avviene in maniera
totalmente meccanizzata, oltre che in maniera differenziata sulla base della
destinazione relativa al materiale grezzo ricavato. Infatti, nella raccolta si
identificano due tipologie diverse di fibre, ovvero quella corta e quella
lunga. Quest’ultima è quella più pregiata.
Nel processo riguardante la lavorazione della canapa, poi, vi è quello riguardante
l’estrazione della fibra.
Questa fase è nota come sfibratura oppure anche detta decorticazione.
Nel caso in cui si estragga la fibra lunga, allora sarà necessario effettuare degli ulteriori passaggi che sono chiamati macerazione e stigliatura.
La differenza tra le due metodologie è data dal fatto che con la macerazione si fa sì che le fibre si vadano a separare da ogni altro tessuto, tramite una alterazione della membrana cellulare; con la stigliatura, invece, lo si andrà a fare in modo meccanico, cioè grazie ad appositi macchinari.
Nella macerazione industriale, vi sono ben quattro tipologie.
Quindi,
andando a concludere, dopo queste varie fasi, si può giungere agli ultimi due
step della lavorazione della canapa, e cioè la filatura e la tessitura.
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