La lavorazione della Yuta

La juta: una pianta naturalmente sostenibile ed ecologica

Coltivata principalmente nel Sud-Est asiatico, la juta risulta essere una pianta molto ecologica. In linea di massima, la juta trova una sua applicazione per varie tipologie di prodotti quali, a titolo di esempio cordame e sacchi. Pur tuttavia, è da annotare come il potenziale ecologico e sociale della fibra di juta, risulti essere, in gran parte, ancora sottovalutato e, questo, nonostante che, nel solo 2017, ne siano state raccolte oltre 1,4 milioni di tonnellate e che, complessivamente, riveste un fondamentale ruolo sociale.

Infatti, dallo sfruttamento della juta, sono oltre quattro milioni le persone che dipendono da questo prodotto naturale. Uno dei grandi vantaggi della juta, poi, è dato dal fatto che viene ad essere sottoposta ad un trattamento chimico risultante essere molto limitato. Più ecologica e più robusta, la fibra di juta è completamente biodegradabile e riciclabile.

Come ulteriore vantaggio ambientale, è che un ettaro di iuta consuma circa quindici tonnellate di anidride carbonica e rilascia undici tonnellate di ossigeno. Oltre a ciò, la rotazione delle sue colture concorre a migliorare la fertilità del suolo per il prossimo raccolto. Per di più, quando viene ad essere bruciata la juta non produce gas tossici.


 La provenienza della juta

La juta risulta essere una fibra tessile naturale, la quale viene ad essere ricavata da dalle piante del genere Corchorus.



 La juta prospera nelle terre tropicali a basse altitudini con una umidità che risulta essere compresa tra il 60 e il 90 percento. Oltre l’ottanta percento di tutta la produzione mondiale, la si può trovare concentrata proprio nel delta del fiume Gange. Di conseguenza, il paesi produttori principale di juta, risultano essere India e Bangladesh.


Comunque, seppure in minor misura, altri importanti produttori di juta sono: Bhutan, Nepal, Pakistan, Birmania, Thailandia e Cina. La coltura della juta viene ad essere alimentata dalla pioggia e non richiede alcun utilizzo di pesticidi e di fertilizzanti. La sua resa per ettaro è di circa due tonnellate di fibra secca. 

La fibra di juta

La iuta è una delle fibre naturali più economiche. Visivamente, si presenta lucente e morbida. La lunghezza della fibra di juta può variare tra 1 e i 4 metri, mentre il suo diametro può oscillare tra i 17 e i 20 micron.


Rispetto a quanto è avvenuto con altre fibre tessili naturali, la juta è arrivata in Europa molto tardi. Infatti, fu solamente durante il diciassettesimo secolo che gli inglesi, a seguito della costituzione dell’Impero Britannico, incominciarono il commercio della juta. Da quel momento, quindi, ebbe inizio il suo impiego molto vasto che vedeva l’utilizzo della juta nel settore tessile, nella edilizia, nella pesca e via dicendo.



Dato che inizialmente risultava offrire una grezza consistenza, la sua lavorazione poté avvenire esclusivamente a mano. Tale pratica andò a scomparire quando venne scoperto che, trattata con olio di balena, la juta poteva essere lavorata a macchina.



La juta e la moda

La possibilità di poter lavorare la juta a macchina, concesse la possibilità di ampliare il suo utilizzo, perfino nel campo della moda. Infatti, schienali di moquette, borse e altri prodotti vedono la juta protagonista. La moda, quindi, ha sempre più utilizzato la juta in spaghi e in filati, anche per la realizzazione di tessuti misti.




Tra le sue principali caratteristiche, spicca la capacità di andare a migliorare la traspirabilità, oltre che avere una bassa elasticità e una resistenza elevata alla trazione.


Tappeti, coprisedili e tende, utilizzano il tessuto di juta, il quale, spesso, viene ad essere mescolato con altre fibre naturali oppure sintetiche. Oltre a ciò, la si può mescolare con la lana, dopo che sì è provveduto a trattare la juta con la soda caustica per migliorare la sua morbidezza, la sua ondulazione e il suo aspetto generale.

 Per di più, i suoi più fini fili, una volta separati, possono essere utilizzati per andare ad imitare la seta. La juta trova, anche, un suo largo utilizzo nel settore dell’imballaggio così come nel campo dell’agricoltura.

 La lavorazione della juta

Sinteticamente, i metodi che vengono ad essere utilizzati per andare a separare la corteccia filamentosa dallo stelo possono essere biologici o chimici. Quelli biologici, comprendono delle diverse tecniche che consistono nell’andare a legare gli steli in fasci prima di immergerli per separare più facilmente le fibre dallo stelo. Il materiale non fibroso, quindi, andando a concludere, verrà raschiato, il che, finalmente, consente di ottenere le fibre di juta.

Per concludere io fin da bambina ho sempre amato la Yuta e utilizzo tuttora sacchi sia di grande taglia che piccola  per la biancheria o per custodire qualsiasi oggetto di utilizzo personale come oggetti per la casa 



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