Casa ecologica? Sì grazie. Ecco i benefici e i vantaggi di un’abitazione green – elle.com

Ammettiamolo, chi non ha mai fatto un pensierino sul fatto di potere abitare in una casa ecologica? Soprattutto durante il lockdown e anche nei giorni successivi quando tra un DPCM e l’altro, e pure un decreto legge, (N.d.R. l’ultimo in ordine temporale), che ci dicevano che cosa dovevamo fare, lo sconforto non ci permetteva di rincuorarci nemmeno dentro le mura domestiche, per colpa degli spazi troppo angusti o di quei comfort che ci siamo accorti di non avere proprio nei momenti di emergenza. Nemmeno il click su Instagram per dirottare i pensieri per qualche minuto altrove e mettere il naso negli affari altrui è stato di ausilio. Tutta colpa di Fedez e Chiara Ferragni che mostrandoci la loro casa super ecologica a CityLife a Milano, non ci hanno fatto fare pace con le nostre angosce.

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Una casa green: sogno realizzabile o utopia?

È anche vero, però, che si rinuncia a sogni troppo in grande stile, a meno che non si abbiano disponibilità economiche a tripli zeri, grandi passi verso l’ecologia si possono fare. “Non esiste una definizione chiara di casa ecologica o ecosostenibile, quanto piuttosto una serie di caratteristiche che permettono di avvicinarsi a questo ‘status’, spiega Marco Davide Bevilacqua, titolare dell’azienda ABLegno. “La forzata vita famigliare a stretto contatto 24 ore su 24 ha messo di fronte a tutti quante a volte le nostre case non siano così sane. Svariati studiosi e ricercatori concordano nel ritenere l’aria all’interno delle nostre abitazioni più inquinata di quella esterna di ben 7/8 volte! Il Covid19 si aggiunge a più di 900 sostanze inquinanti potenzialmente dannose: impianti di condizionamento, arredi, polvere, e molti altri fino ad arrivare ai materiali da costruzione con cui è stato costruito l’edificio! Il comparto edilizio” prosegue Bevilacqua “è un mondo abbastanza conservatore per quanto riguarda l’uso dei materiali da costruzione, predilige l’uso di cemento, laterizi, polistireni, lane minerali e una grandissima varietà di prodotti chimici. Tutti materiali che oltre a rilasciare sostanze nocive hanno un processo produttivo molto ‘energivoro’ e sono difficilmente smaltibili o riciclabili. L’uso di questi materiali e lo sviluppo tecnologico per la loro produzione standardizzata e veloce per le nostre sempre più crescenti necessità ha in un certo senso intorpidito la capacità dell’uomo di adattarsi al mondo circostante e alla natura. Banalmente, per fare un esempio, l’uso dei nostri smartphone ha facilitato la nostra vita, ma ha assopito alcune nostre capacità: siamo meno pronti ad un calcolo numerico senza la calcolatrice e senza googlemap abbiamo parzialmente perso il senso intuitivo dell’orientamento. Dobbiamo quindi ritrovare quei materiali e quei saperi che hanno accompagnato l’uomo nella sua evoluzione e riscoprire la sinergia con l’ambiente circostante”.

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Partendo da zero una casa può diventare ecologica? “Una casa deve nascere “ecologica” fin dalla progettazione; un’architettura sostenibile che non si limiti a costruire a misura d’uomo ma anche secondo natura. Una volta scelto il luogo in cui verrà edificata la vostra casa sarà di vitale importanza definirne la posizione e l’orientamento per garantire una vera e propria sinergia tra casa e natura circostante. Io ho la fortuna di abitare in una casa ecologica e progettata secondo gli standard Casaclima e passivhaus”, racconta Bevilacqua, “cioè un edificio in legno costruito utilizzando materiali naturali con un grado di coibentazione talmente elevato da avere perdite per trasmissione molto basse (N.d.R. la casa disperde pochissima energia). Queste perdite vengono quasi completamente bilanciate dagli apporti gratuiti del sole che attraversano le grandi vetrate porta all’interno della casa non solo luce naturale ma anche calore che riscalda la casa. A questo si aggiungono gli apporti gratuiti: io e la mia famiglia. Infatti il corpo umano emette energia quantificabile grossolanamente in circa 80 watt a persona a cui poi aggiungiamo l’energia prodotta da illuminazione ed elettrodomestici. Il risultato di questa operazione aritmetica (perdite-apporti), porta a un risultato stupefacente: una richiesta di energia molto bassa, un microclima stabile in ogni angolo della casa e ad un altissimo grado di confort e salubrità! Il consiglio che posso dare a chi vuole costruire una casa ecologica è quello di essere coscienti della scelta fatta accettandone onori e oneri. E’ bello, confortevole vivere a contatto con materiali naturali e salubri, ma bisogna accettarne l’onere di un costo leggermente più alto e l’onere di rinunciare a qualche “comodità” a vantaggio dell’ambiente e del futuro della collettività”.



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Quindi quali passi fare dall’inizio? “Innanzitutto occorre trovare un professionista che abbia la stessa visione olistica di casa ecosostenibile: non basta semplicemente progettare una casa e cambiare i materiali come se la scelta fra sintetico o naturale sia una semplice spunta sulla lista dei componenti. La scelta di un materiale naturale che per sua natura (organica) è deperibile, va fatta con oculatezza e sapienza progettuale e materica. Non c’è nessun margine per l’improvvisazione”, sottolinea Bevilacqua, “e poi occorre individuare il tecnico in base alle proprie esigenze primarie che possa costruire una casa con la tecnologia costruttiva adeguata. Un costruttore che trasmetta fiducia. Occorre fare tante domande, anche le più banali, che solitamente sono quelle che più mettono a nudo le capacità e l’esperienza di un’azienda. Quali? ‘Da quanto costruisce case ecologiche?’, ‘Ha una sua propria produzione?’, ‘Quanti dipendenti interni ha?’, ‘Ha un team di progettazione ed engineering interna?’, ‘E’ accreditato con qualche sistema di certificazione di sostenibilità?’, ‘Quanti edifici ha realizzato?’, ‘Ha un servizio post vendita?’… Insomma bisogna chiedere tutto quello che viene in mente per fugare ogni dubbio” raccomanda Bevilacqua.



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Partiamo dalle basi: come deve essere una casa green? “Le case ecologiche devono rispondere a determinati requisiti. In primis”, precisa Bevilacqua, “devono consumare poca energia, non solo per diminuire i costi della bolletta, ma anche per impattare il meno possibile sull’ambiente. Un must è ovviamente l’utilizzo di materiali di origine naturale, come ad esempio il legno, il sughero e la cellulosa, che permettono di abitare in un ambiente che non emette sostanze nocive all’interno dei locali, e poi sono materiali a basso impatto ambientale, cosa da non sottovalutare e possono essere smaltiti o ancor meglio e riutilizzati alla fine del loro ciclo di vita. Le energie rinnovabili, le menziono volutamente per ultime, poiché, a mio avviso, hanno senso solo nel momento in cui vengono soddisfatti i primi due punti: prima costruisco una casa ben coibentata e che quindi consuma poco, cerco di farla con materiali a basso impatto ambientale e infine la poca energia richiesta a soddisfare i bisogni dell’edificio per climatizzazione e acqua calda sanitaria verrà prodotta con fonti rinnovabili”.

Ma quanto costa una casa ecologica? “Il costo dipende dalle scelte: esigenze personali del committente, ubicazione, esposizione, materiali utilizzati. In genere posso dire che una casa ecologica ha un costo di costruzione per quanto riguarda la scelta dei materiali intorno al 10-15% in più rispetto ad una casa ‘convenzionale’. Per esempio, la nostra scelta di utilizzo del legno come materiale da costruzione porta con sé il vantaggio della prefabbricazione che si trasforma in tempi di cantierizzazione rapidi e quindi costi di gestione del cantiere più bassi (gru per sollevamento materiali, ponteggi di protezione, uso di energie elettrica e acqua, costi di direzione lavori e in materia di sicurezza)”. Va anche detto che una casa ecologica punta a limitare il più possibile il consumo di energie non rinnovabili e ciò si traduce in minor costi di mantenimento e manutenzione, riduzione dei consumi energetici e minori costi di mantenimento. Con un occhio di riguardo per la salute. Una casa sana, costruita con materiali naturali significa per gli abitanti un ambiente confortevole e sano. Quindi ci si ammala di meno, si tollerano meglio allergie e altre patologie e quindi si avranno meno spese mediche, per tornare sul discorso del risparmio”.

Difficile però immaginare una casa ecologica in un condominio non ecologico… “Ogni tentativo e ogni sforzo è ben accetto!”, esclama Bevilacqua. “Quello che facciamo è soltanto una goccia nell’oceano. Ma se non ci fosse quella goccia all’oceano mancherebbe. Il parco edilizio esistente, soprattutto nelle nostre città è caratterizzato da innumerevoli edifici con molti appartamenti dove un risanamento energetico anche con materiali ecosostenibili è applicabile senza grandi difficoltà. Con un piccolo contributo di ciascuno si può fare tanto per l’ambiente e la collettività: dalla semplice installazione di valvole termostatiche ai termosifoni e all’uso responsabile delle risorse idriche fino ad interventi di riqualificazione come cappotti termici e coperture con materiali naturali. Non da scartare”, prosegue Bevilacqua, “è l’ipotesi di demolizione e ricostruzione che significherebbe eliminare sostante e materiali nocivi intrappolati all’interno delle pareti e coperture esistenti come, ad esempio, l’amianto utilizzato negli anni Ottanta (N.d.R. ovviamente non si fa riferimento alle case di non recente costruzione) per coperture, tubazioni e camini. L’utilizzo nella sua interezza di materiali ecosostenibili sarà garanzia di edifici adeguati anche dal punto di vista strutturale e sismico, due aspetti difficilmente risolvibili se non con interventi non sempre economici e risolutivi”.

Quali i vantaggi fiscali di una casa ecologica? “Dipende dal tipo di intervento che andremo a realizzare. Per quanto riguarda la realizzazione di una prima casa oltre l’applicazione dell’iva agevolata al 4% non esistono altre forme di incentivazione. Le recenti norme in materia di sostenibilità e risparmio energetico impongo già un grado di isolamento alto ed un uso sostenibile dell’energia utilizzata. Tutt’altro è il discorso in caso di edifici esistenti, dove possiamo pensare a un efficientamento energetico dell’immobile ristrutturandolo o procedendo con la demolizione e la ricostruzione. La legge di bilancio appena approvata dalla Camera e che ora dovrà passare il vaglio del Senato (N.d.R. il testo dopo il vaglio di Camera e Senato dovrà essere approvato entro fine anno per entrare in vigore dal primo gennaio 2021) ha confermato tutti i bonus edilizi per il 2021. In tale prospettiva, il superbonus del 110%, sarà una misura particolarmente rilevante per quel che riguarda la riqualificazione energetica, la messa in sicurezza sismica e lo stimolo ad investimenti ecosostenibili, come l’acquisto e posa in opera di impianti fotovoltaici, sistemi di accumulo e colonnine per ricaricare veicoli elettrici. Un esempio? Un edificio esistente di circa 160 mq, ipotizzando tra costo di acquisto, spese tecniche, costi di demolizione e di ricostruzione ecosostenibile una spesa di circa 370.000 euro, l’applicazione delle agevolazioni fiscali del 110% e del 50% porterebbero ad una detrazione fiscale di circa 115.000 euro con la possibilità di scontare questo importo direttamente in fattura o presso un istituto di credito con la formula di cessione del credito”.

Fonti rinnovabili“è la parola d’ordine anche per l’architetto Carlo Rossi Cillara. “Per qualsiasi nuovo intervento edilizio sia esso con destinazione residenziale, didattica, ospedaliera, che produttiva. Che sul fronte casa significa introdurre già nella fase di progettazione tutti quegli elementi della costruzione che il mercato offre a livello ecologico e che nascono da un processo produttivo a bassa emissione. Parliamo di elementi che vanno dalle strutture prefabbricate agli isolanti dell’involucro edilizio”, spiega Cillara, “passando dal cosiddetto ‘cappotto’ alle ‘facciate ventilate’, fino all’installazione di ‘impianti altamente performanti’ per la produzione di energia necessari alla conduzione della residenza. Si tenga conto che in questa fattispecie si parla anche di sfruttamento dell’irraggiamento solare sulle facciate, ma anche della protezione dal caldo e dal freddo e dell’isolamento acustico. Al giorno d’oggi su una nuova costruzione si riesce a raggiungere un livello molto basso di emissioni soprattutto nel campo della cogenerazione. Considerato che in Italia tali metodi costruttivi ed impianti performanti hanno ancora un costo molto alto, non possono essere applicati su grande scala. Da qualche anno però gli incentivi fiscali introdotti da tutti i paesi dell’Europa danno una mano verso l’applicazione standardizzata, ma a causa di eccessiva burocrazia la loro introduzione non si è ancora rivelata efficace. Nel caso di nuova realizzazione autonoma”, spiega Cillara, “una residenza deve obbligatoriamente attenersi alle norme in vigore sul risparmio ed efficientamento energetico in vigore. E i benefici fiscali connessi garantiscono un risparmio energetico fino ad un massimo del 60 %. Per quanto riguarda l’installazione di impianto di produzione di energia pulita come il fotovoltaico, impianti di cogenerazione e l’introduzione di isolanti altamente performanti o ancora serramenti basso emissivi va detto che questa tipologia di costruzione però non gode dei benefici fiscali recentemente introdotti con il cosiddetto ‘Superbonus 110’.

Con una nuova costruzione si può arrivare al massimo dell’efficientamento energetico con un costo intorno ai 2600 euro al mq, abbastanza alto quindi, che si riesce tuttavia ad ammortizzare nei primi 10 anni di vita della costruzione proprio per le alte prestazioni dei componenti introdotti nella progettazione. Fondamentali sono l’isolamento termico di pareti soletta e copertura, introduzione di riscaldamento a pavimento tramite acqua calda domestica prodotta da pompa di calore, possibilmente coadiuvata da almeno una minima parte di fotovoltaico. E poi l’immobile va completato con serramenti basso emissivi e protezioni solari UV. Questo è già un ottimo risultato che conduce la classe energetica dell’edificio compresa tra A e B”.

Quindi una casa ecologica in un condominio ‘non ecologico’. Perché si avrebbe un risultato ibrido… E quindi ne varrebbe la pena? “Verrebbe da dire “meglio di niente”, aggiunge Cillara, “Il Superbonus 110, con una serie di norme piuttosto complesse consente di fare il “cappotto condominiale” cioè sembrerebbe dell’intero stabile, ma non è così se si pensa che alcuni palazzi delle ns città sono costituiti da più condomini al loro interno, con il rischio che le rispettive assemblee non arrivino a deliberare i lavori comuni di una stessa facciata. Questo per dire che c’è ancora da lavorare molto, ma soprattutto occorre semplificare le procedure. Tecnicamente sicuramente il cappotto e la sostituzione di serramenti ed infissi. Da soli questi elementi fanno passare di 2 punti la classe energetica dell’intero stabile. Formalmente è necessaria una classificazione energetica dello stabile di cui possano godere tutti i rispettivi appartamenti, ma al momento non è così poiché la norma per vari motivi non lo consente. Da qui la propensione di alcuni condomini a fare ed altri a non fare. Purtroppo dal punto di vista normativo non c’è nulla di semplice nel nostro”.

Quali i costi partendo dal presupposto di avere una villa o una casa in un condominio (monolocale? bilocale? trilocale? quattro locali? + 5 locali) al metro quadrato?

“Facendo riferimento al condominio per il rifacimento del solo cappotto i costi vanno da 120 a 250 euro al metro quadrato per appartamento. Se al cappotto si aggiunge la voce ‘Rifacimento serramenti e infissi’ il costo si alza leggermente: da 350 a 450 euro al metro quadrato per appartamento. E se oltre al cappotto, ai serramenti e agli infissi si aggiunge l’installazione di una nuova pompa di calore, la spesa varia da 500 a 650 euro al metro quadrato per appartamento. Ipotizzando invece lavori in monolocali – bilocali, (cappotto più serramenti e infissi, nuova pompa di calore e pavimenti riscaldati) il costo va da 800 a 1000 euro al metro quadrato. La spesa diminuisce per i tagli più grandi come i 5 locali e oscilla da 700 a 800 euro al metro quadrato. In questi lavori sono comprese le spese fiscali, le spese tecniche, finiture e collaudi. Mentre per il fotovoltaico il costo è a parte e varia molto in base alla potenza che si richiede. Per una casa autonoma di 120 mq la spesa può oscillare dai 7000 ai 10.000 euro. Sul fronte fiscale, i benefici vanno dal 50 al 60 % in 10 anni per le sostituzioni di serramenti infissi e impianti termici, fotovoltaico, mobilio; dall’altra la restituzione del credito in 5 anni per applicazione ecobonus 110 ed eventuale sisma bonus 110. Il grande beneficio economico resta l’importante ammortamento della spesa ottenuto dal risparmio energetico nei successivi 25-30 anni”, conclude Rossi Cillara.

Le normative di riferimento

Il Decreto sulla Certificazione Energetica – il D.Lgs. 192 del 2005

Il D.Lgs 192 del 2005 ad oggi, con i suoi numerosi aggiornamenti negli anni, è il decreto nazionale fondamentale per il calcolo delle prestazioni energetiche degli edifici, per gli edifici di nuova costruzione e per gli interventi di riqualificazione.

Tale decreto è in attuazione della Direttiva Europea 91 del 2002.

A supporto del D.Lgs. 192/2005 i decreti con i criteri per il calcolo della prestazione energetica degli edifici e le norme tecniche per la definizione delle formule di calcolo per i professionisti del settore.

Attualmente è in vigore il pacchetto dei D.M. 26 giugno 2015:

  • Requisiti Minimi 2015 – Per gli edifici di nuova costruzione e per la riqualificazione energetica. Vengono definiti i requisiti dell’edificio nZEB
  • Linee Guida APE 2015 – Per la certificazione degli edifici. La classe energetica è calcolata secondo l’ edificio di riferimento
  • Relazione Tecnica 2015 – Indicazioni sulla Relazione Energetica ex legge 10

“La pandemia ha sicuramente cambiato i ritmi della Milano che conosciamo da tempo, ma la corsa agli investimenti previsti a inizio 2020 continua”, dice Dario Castiglia, Ceo e fondatore di RE/MAX Italia, che ormai 25 anni fa ha importato il format americano delle agenzie associate in franchising, si dichiara ampiamente fiducioso nella continua trasformazione della città ormai in atto da circa un decennio. “Negli ultimi 10 anni, con il booster di Expo 2015, Milano ha cambiato letteralmente pelle. Alle guglie del Duomo, all’architettura fascista della Stazione Centrale, al fascino neoclassico delle vie del centro, oggi si affianca una realtà metropolitana che punta verso l’alto”, aggiunge il CEO di RE/MAX. “Non una semplice metafora, ma un ritratto di una città in espansione verticale con grattacieli hi-tech dall’anima green. La riqualificazione di aree metropolitane, in centro così come nell’hinterland, candida indiscutibilmente Milano a città europea, moderna, con forza lavoro altamente skillata, attrattiva anche per investitori esteri. “In pochi anni lo skyline è completamente cambiato: i grattacieli sono le nuove icone della riqualificazione urbanistica, l’attenzione al green è il comun denominatore di progetti architettonici che hanno fatto il giro del mondo e che oggi sono tra i nuovi simboli della città: dal Bosco Verticale a Gioia 22, soprannominato “la scheggia. Un edificio che rappresenta un modello di architettura green all’avanguardia a livello mondiale. L’ecosostenibilità è sicuramente tra le pietre miliari del futuro del real estate a Milano che, secondo RE/MAX, brillerà più delle altre capitali europee per capacità di attrarre nuovi capitali nel settore immobiliare, posizionandosi al primo posto per investimenti.

Nuovi investimenti green

La Ducale Spa, la società di sviluppo immobiliare del gruppo Tecnocasa, dalla sua nascita, oltre 20 anni fa, ha voluto fare suo un modello che potesse spingere sempre di più il concetto di risparmio energetico. “Da sempre, come primo obiettivo, ci siamo imposti di progettare in maniera tale di ottenere la classe energetica più elevata possibile, ovvero la classe A”, spiega l’ing. Daniele Veneri, responsabile della Pianificazione e Controllo Commesse de La Ducale SpA (società di sviluppo immobiliare del Gruppo Tecnocasa). “A partire dal 2010 ci siamo spinti oltre ai limiti nazionali. Abbiamo intrapreso l’iter di certificazione LEED in un intervento nella provincia di Milano, per proseguire, visti gli ottimi risultati ottenuti, anche in altri due interventi a Milano, in zona Romolo e nella prestigiosa zona Moscova. La Ducale ha poi acquisito due operazioni immobiliari di pregio nella rinomata Madonna di Campiglio, ed ha deciso, nell’ottica della bioedilizia, di progettare e costruire case in legno. Questo settore, soprattutto nelle zone di montagna, è sempre più attuale e la sua filiera è oggi sempre più attenta alla sostenibilità”. “Nella fase di progettazione abbiamo studiato e ricercato le migliori soluzioni possibili e abbiamo selezionato le imprese più strutturate che ci garantissero standard elevati. La scelta è ricaduta su un’impresa che non solo sa edificare case in legno di alta fattura, ma ha dimostrato di avere un’attenzione quasi maniacale nella scelta dei materiali ed in particolare del legno. Per la costruzione, infatti, saranno utilizzati esclusivamente legnami da foreste della Comunità Europea a riforestazione controllata e certificata PEFC-FSC, con in più la certificazione ETA, che consente il controllo di filiera fino all’identificazione del singolo albero di origine, attraverso ogni fase di lavorazione. Per la pavimentazione dei terrazzi abbiamo deciso di utilizzare un prodotto composto da materie prime di riciclo, riducendo così il taglio degli alberi. Tale prodotto non rilascia sostanze inquinanti e, a fine vita, il materiale è riciclabile al 100% nella stessa filiera produttiva o può essere utilizzato come combustibile”.

casa madonna di campiglio

Seconda casa green: perché non a Madonna di Campiglio?

È partita la commercializzazione di ‘Habitaria Wood’, le nuove esclusive dimore rigorosamente eco nel cuore di Madonna di Campiglio: “Si tratta di un intervento con un numero ristretto di unità immobiliari”, spiega Luigi Cavuoto, Presidente de La Ducale SpA, che abbiamo progettato per coloro che desiderano possedere una dimora dallo stile di vacanza “superior”: sono infatti 18 le dimore esclusive con vista panoramica e caratteristiche all’insegna dell’eccellenza. Un’architettura dalle linee pulite ed eleganti, fatta di pietra, legni e cristallo, perfettamente integrata nel contesto alpino per il massimo dell’esperienza abitativa nella tranquillità della natura circostante. Un’operazione immobiliare unica nel suo genere, che offre l’opportunità di investire in un’iniziativa concepita per rispondere alle più elevate esigenze di una clientela che desidera il meglio anche sul piano del benessere e al relax”.

La struttura e i materiali: perché sono eco friendly

Il legno è la materia prima scelta per la struttura fuori-terra dell’intero complesso con un tetto con copertura impermeabilizzata in alluminio e pareti fonoassorbenti e coibentate a doppia lastra su ogni faccia, arricchite con un’ulteriore lastra intermedia nelle divisioni tra le unità immobiliari.

Per i rivestimenti interni ed esterni sono state sceltele pietre naturali come Dolomia, Granito nazionale, pietra del Cardoso. Quale la certificazione prevista? Quella in classe A+, la più elevata classe energetica certificabile nella Regione, con i minori consumi per metro quadrato. Un mix per gli impianti visto che a quello fotovoltatico, si unisce quello di riscaldamento con caldaia a pellet, combustibile rinnovabile e di facile reperibilità, in equilibrio tra sostenibilità ed efficienza. Top anche le performance isolanti grazie ai grandi serramenti di alta qualità con triplo vetro, ad elevata prestazione termo-acustica. E in barba al lockdown le abitazioni sono dotate di terrazzi profondi fino a 2,50 metri. All’interno dei box è presente la predisposizione per la ricarica di auto elettrica.

casa madonna di campiglio

“I condomini potranno beneficiare di un’area wellness, un’esclusiva SPA privata, dotata di grande vasca idromassaggio e con diversi ambienti benessere in cui sono a disposizione horizontal shower massaggiante, sauna di fieno e bagno turco tutto in uno spazio di circa 200 mq con luminose vetrate panoramiche vista lago. conclude Cavuoto Quali i tagli degli appartamenti? “A partire da 100 mq con un costo che oscilla dai 12.000 fino ai 15.000 euro al metro quadrato”, conclude Cavuoto.

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