Quando una cava diventa una lezione di economia e ecologia – BergamoNews.it

Un mondo antico sale in cattedra, quello delle cave e unisce lavoro e scuola come non mai. Il Cava Day promosso da Confindustria ha testato anche la didattica a distanza mettendo in relazione imprenditori del settore e circa 250 studenti e insegnanti di 5 scuole superiori della Bergamasca. Nel corso del webinar è stato fatto il punto sugli impianti estrattivi di Bergamo, sulle peculiarità dei processi produttivi in cava, sulle caratteristiche dei materiali naturali estratti e le regolazioni in atto, sulle figure professionali generali e specialistiche, dal geologo, al laureato in scienze ambientali, agli operatori tecnici spesso di difficile reperibilità.

A dare il benvenuto in questa lezione è stato Camillo Remuzzi, amministratore della Remuzzi Camillo e Figlio e presidente Categoria Merceologica Tecnologie e Materiali per l’Edilizia di Confindustria Bergamo. Sono poi seguiti gli interventi di Giorgio Quistini, responsabile ricerca e sviluppo e marcatura CE Orobica Inerti Srl che ha spiegato l’attività millenaria di cavare. Non sono mancate le curiosità. Sapete perché si estrae? Perché la materia prima serve per l’industria meccanica, la chimica, la farmaceutica, le costruzioni e l’agricoltura. Si scopre così, per esempio, che il dentifricio contiene carbonato di calcio, carbonato di sodio, fluorite, barite. E una curiosità: il calcestruzzo è il materiale più utilizzato al mondo dopo l’acqua. Per la sola costruzione di una casa di medie dimensioni occorrono più di 150 tonnellate di materiale d’estrazione.

A parlare del “sistema cava” Matteo Assolari amministratore delegato di Cava dell’Isola e Consigliere Categoria Merceologica Tecnologie e Materiali per l’Edilizia di Confindustria Bergamo, Giulio Marini ceo di Marini Marmi, Gianluigi Pesenti di Imprese Pesenti ed Eleonora Doneda di Nuova Demi.

“Occorre essere poliedrici, perché il settore non ha bisogno solo di tecnici, ma prevede specializzazioni continue e la collaborazione con altri professionisti, come i tecnici di laboratorio che analizzano il prodotto estratto” ha dichiarato Gianluigi Pesenti, evidenziando quando sia necessaria ed importante la formazione continua all’interno delle imprese tanto sulle nuove tecnologie di estrazione, quanto sui macchinari di cava 4.0.
La digitalizzazione del settore è stato uno degli argomenti chiave per mostrare ai ragazzi come il lavoro di estrazione sia completamente rivoluzionato rispetto al passato.

“Gli attuali sistemi di digitalizzazione permettono di svolgere il controllo da remoto della produzione, verificare consumi energetici, ore lavorate, scarto prodotto e calcolare il costo a tonnellata oltre a compiere la manutenzione e migliorare la produttività” ha sottolineato Matteo Assolari, mentre Giulio Marini, alla guida della storica azienda di famiglia, che vanta 123 anni di storia, ha rimarcato come sia totalmente cambiato questo lavoro: “Nel tempo siamo passati da 300 operai a 23, con 5 addetti alla cava e 13 nella lavorazione della pietra”.

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Non è mancata la spiegazione di che cosa è un Piano Cave: lo strumento necessario con il quale si attua la pianificazione in materia di attività estrattiva e che determina i tipi e quantità di sostanze di cava estraibili, le modalità di escavazione e le norme tecniche da osservare nell’esercizio dell’attività estrattiva.

Il settore è rappresentato a Bergamo da quasi 90 cave; Bergamo è la 3ª provincia in Lombardia e 11ª in Italia per numero di imprese del settore estrattivo. L’estrazione dei minerali non metalliferi ha un ruolo chiave in un settore, l’edilizia, che in provincia di Bergamo genera più di 2 miliardi di euro di valore aggiunto e occupa circa 40.000 addetti, più di 65.000 se si considera la filiera stretta.

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