Marmolada, Rifugio Pian dei Fiacconi distrutto da valanga – La Nuova Ecologia
Tra quelle pareti c’erano vent’anni di vita, di sogni e progetti di Guido Trevisan, proprietario dello storico rifugio Pian dei Fiacconi, ai piedi del ghiacciaio della Marmolada. Nei giorni scorsi una enorme valanga si è staccata da Punta Penia, a 3.343 m, ha distrutto completamente metà della struttura e l’altra metà è da demolire. Nessuna persona è stata coinvolta. Il rifugio, a 2.626 metri di quota, era stato costruito nel 1946, assieme alla realizzazione di uno dei primi impianti risalita per lo sci invernale sulle Alpi, che dal Passo Fedaia portava a Pian dei Fiacconi. Anche l’arrivo della cabinovia, dismessa da un anno, è stato spazzato via dalla valanga. Il rifugio Ghiacciaio, poco più in alto, sembra invece essere stato risparmiato.
Guido e i suoi tre soci avevano deciso di puntare tutto su questo luogo. Erano certi che un rifugio ai piedi della Marmolada, la Regina delle Dolomiti, non avesse bisogno di un impianto di risalita per attrarre turisti, sia d’estate sia d’inverno. «Qui è nata l’industria dello sci da discesa e da qui può partire un nuovo modo di vivere la montagna, più lento e sostenibile», affermava Guido. I numeri della scorsa stagione gli avevano dato ragione: l’affluenza degli escursionisti saliti a piedi, alla ricerca della tranquillità e del silenzio, era stata tale da garantire la sostenibilità economica dell’attività.
«La violenza di fenomeni come questi deve interrogarci sull’acuirsi degli eventi estremi, tra questi anche le nevicate. Sono segnali di un cambiamento climatico che dovrebbero indurci ad accelerare i processi di mitigazione e, al contempo, a mettere in atto nuove strategie di adattamento, così come stanno sperimentando a Pian dei Fiacconi, – dichiara Vanda Bonardo, responsabile di Legambiente Alpi e presidente di Cipra Italia. – Esprimiamo vicinanza ai gestori del rifugio e, oggi più che mai, sottolineiamo la nostra contrarietà alla costruzione di nuovi impianti di risalita. Chiediamo invece alla politica di sostenere chi, come Trevisan, ha dimostrato il coraggio di scelte innovative per il turismo e il futuro della montagna».
A breve partirà una raccolta fondi dal basso per la ricostruzione.
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